Sicurezza, Marketing e IoT… mondi così diversi? Non tanto, come dimostrano le potenzialità dei VMS, specialmente applicati al mondo retail.
L’integrazione di sistemi, lo dice la parola, unisce mondi tecnologici differenti in un unico progetto, ma ormai l’integrazione sta andando molto oltre, integrando mondi diversi tout court. In questo testo andremo a indagare l’area di contatto tra la Sicurezza, intesa principalmente come videosorveglianza, e il Marketing, per arrivare all’IoT e ai Big Data. Ambito principale di questa convergenza è il settore retail, dove e esigenze di Safety&Security si sommano a quelle informative e di gestione del pubblico (Digital Signage anche legato all’advertising), per sfociare nel conteggio ma anche valutazione del profilo della clientela. Ne abbiamo parlato con Giampaolo Sabbatani, CEO di Arteco, azienda che si occupa di VMS-Video Management Service, ovvero di software di gestione di sistemi di sicurezza.
GS – Nel retail il problema della sicurezza non riguarda solo i furti o gli incendi, ma in generale il controllo dei flussi delle persone, monitorando i fatti fuori dalla normalità e quindi potenzialmente pericolosi. Un assembramento, un oggetto sconosciuto e abbandonato, una persona che si comporta in maniera inconsueta, magari alzando le mani… i software VMS aiutano a fare questo.
Connessioni – I dati che se ne ricavano, tuttavia, sono molto importanti anche per il marketing.
GS – Si certo, attraverso gli stessi sistemi video e sensori usati per la sicurezza si è in grado di contare le persone in una determinata area, definirne il sesso, l’età, il tempo di permanenza. Questi dati si possono poi incrociare con altri sistemi, come i POS e le casse, e sono in grado di valutare l’indice di acquisto, ovvero quanti scontrini, e di quali importi, sono stati emessi a fronte di quante persone sono state nel negozio. Ma si può andare oltre: attraverso la connessione wireless è possibile sapere se e quanto le persone si fermano in determinate aree e davanti a certe categorie di prodotti – in via anonima -, ma è possibile anche fornire loro informazioni su quanto esposto. C’è poi anche il capitolo Digital Signage, che può essere collegato a questi sistemi e offrire informazioni in coerenza con i dati raccolti, ma si tratta di tecnologie di cui non ci occupiamo.
C – Da qui al mondo IoT il passo è molto breve…
GS – Indubbiamente, e tutto ancora da immaginare. Significa espandersi e poter gestire e controllare le strutture fisiche dell’ambiente, dall’illuminazione all’energia, ma anche fare un passo ulteriore proprio nell’ambito del marketing, dai programmi fedeltà all’informazione personalizzata. Qualche anno fa abbiamo installato un sistema per l’Outlet di Fidenza, in grado di incrociare i dati di presenza e acquisto con quelli delle targhe delle auto, in modo che la proprietà potesse poi intraprendere azioni di marketing, a seconda dell’area di provenienza dei clienti. Questa settimana installiamo altre due Arteco Marketing Platform, che il mercato dimostra di apprezzare anche perché i dati vengono salvati su Cloud proprietario: non sono archiviati nei server dei produttori di terze parti, come accade in altri casi, ma possono essere anche archiviati offline nei server dei clienti stessi.
C – E molto breve è il passo anche verso i Big Data.
GS – E le Smart City! Non a caso negli ultimi anni l’evoluzione nella quantità di dati da gestire è stata tale da costringerci a riformulare il nostro database. Se fino a 3-4 anni fa serviva per dati dal mondo della videosorveglianza, oggi arrivano anche da altri apparati – riconoscimento facciale, sensoristica ed eventi, da processare come nella building automation. Per esempio, abbiamo telecamere che generano 15.000 immagini di targhe automobilistiche al giorno: riempire 8 TeraByte è un attimo.
C – Con la raccolta dati si apre il capitolo della tutela dei dati personali.
GS – Tema scottante, sul quale noi italiani siamo “blindati” e preparatissimi: le normative nazionali sono molto stringenti, e questo ci rende pronti anche quando affrontiamo i mercati esteri. Faccio un esempio: nel 2005 avevamo già una blurring mask per alcune aree e visi da non inquadrare, ma che può essere tolto in caso ci sia la necessità – e il permesso – di vedere l’immagine integrale, cosa sempre molto apprezzata dai committenti. Essere totalmente in regola non è da sottovalutare, è anche necessario per partecipare ai bandi pubblici.
C – Avete dei Partner di lavoro “preferiti”?
GS – Diversi: Bosch e Hanwha per le telecamere, Paxton e Suprema per il controllo accessi, Seneca per l’area storage solo per fare degli esempi. Lavoriamo molto volentieri inoltre con HSYCO, azienda italiana, per la building automation.
C- Come ha cominciato Arteco a lavorare sui VMS?
GS – Veniamo dal mondo della produzione dei metalli, i software inizialmente servivano per il controllo produzione. La proprietà decise poi di reinvestire nella sicurezza e di portare quella competenza in questo ambito. I VMS nascono dalla necessità di monitorare centinaia di telecamere di network complessi, per cui l’intervento umano non è più sufficiente: l’operatore monitora gli eventi che il software segnala. Il sistema è tanto più affidabile quanto meglio filtra gli eventi correttamente, evitando falsi allarmi: se invece di centinaia di segnalazioni ne arrivano 20 ma reali, è tutto più semplice e gestibile anche da una sola persona.
C – Ma pensando al futuro, quali sono i vostri progetti per i prossimi mesi?
GS – Sostanziosi! Stiamo per lanciare una nuova piattaforma di gestione chiamata Arteco Omnia. Sarà basata su Windows 10 e al cui sviluppo abbiamo lavorato per tre anni; sarà un passo avanti importante per le prestazioni, perché potremo utilizzare le schede video di qualsiasi produttore; inoltre avrà le stesse modalità d’uso di Windows, e gli utenti si troveranno subito a loro agio. Dal lato dello sviluppo aziendale abbiamo appena aperto una nuova filiale in America Latina ed a breve seguirà quella di Singapore, per il presidio del mercato del Sud Est Asiatico.
C – Ma al di là delle caratteristiche strettamente tecniche, cosa vi differenzia da altre proposte presenti nel mercato?
GS – Direi il nostro approccio alla customer care: abbiamo cinque persone all’assistenza che rispondono al telefono per ogni dubbio o problema. Anche il Made in Italy, che è indubbiamente un valore aggiunto, viene percepito come tale all’estero… un plus che ci permette di vincere la competizione con aziende presenti nei singoli mercati locali.
Chi è Arteco
Prima di salutarci, abbiamo ripercorso la storia di Arteco, raccontata dallo stesso Sabbatani.
Arteco nasce nel 1987, nell’ambito dell’elettronica industriale, in particolare schede elettroniche per migliorare e implementare i processi di produzione dell’azienda sorella Cisa. Nel 2001 Cisa viene venduta e la proprietà decise di investire nella sicurezza, passando a quella attiva quindi alla videosorveglianza, impiegando quindi il know how nell’analisi video per questa applicazione. Ai primi impianti nel 2005 per la metropolitana di Roma sono seguite le telecamere IP nel 2008, e nel 2010 è stato deciso di dematerializzare il sistema che allora era incluso a bordo degli Hub fisici, e i clienti hanno potuto acquistare il software separatamente rispetto all’hardware. Nel 2014 è stata resa possibile l’integrazione con device di qualsiasi marchio all’interno della piattaforma di gestione – anche se oggi è dato quasi per scontato, all’epoca non era così – mentre è meno scontata l’integrazione con altri device quali rilevatori, sensori, controllo accessi, apparecchiature audio, sistemi per la building automation. Integrazione che consente non solo di “vedere” i device su una mappa, ma anche di interagire e impostare delle azioni.
Dal lato aziendale, nel 2006 Arteco ha aperto la sua prima filiale negli USA, a St. Luis, dove oggi lavorano nove persone più sei agenti sul territorio; sono seguiti uffici a Sacramento e a Charlotte, in Messico e da poco Arteco è presente anche in Argentina, per coprire America del Sud. L’azienda ha un ufficio in Sud Africa, e presto aprirà una filiale a Singapore, per raggiungere meglio il mercato asiatico.
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