Clubhouse ha inaugurato la funzione Spatial Audio per la spazializzazione del suono: un segnale di una crescente consapevolezza in merito ai temi della qualità dell’ascolto, passando per videoconferenze e “Zoom fatigue”.
Le videoconferenze, le riunioni da remoto con molte persone collegate, i convegni in streaming hanno portato all’attenzione del grande pubblico il tema della spazializzazione dell’audio. O meglio, la fatica che proviamo a seguire eventi parlati dove il suono risulta “piatto”, quindi privo delle naturali interazioni con l’ambiente che il nostro apparato uditivo è in grado di percepire, ci ha riportato a fare i conti con questo concetto. Ma a quanto pare si tratta di un vero e proprio “trend”, che sta coinvolgendo il mondo dell’audio a tutti i livelli, da quello professionale (potete leggere a questo proposito l’articolo su Connessioni 54 a p. 74) a quello consumer.
Avrete infatti notato che a giugno è stato aggiunto il formato Spatial Audio ai contenuti musicali di Apple Music (era già presente nel sistema operativo di Apple da settembre 2020 ma solo per film e serie TV), ovvero una tecnologia che permette di rendere l’audio tridimensionale, applicando una funzione matematica che simula il modo con cui le frequenze vengono percepite dal nostro sistema uditivo in base all’interazione con lo spazio. Non solo un miglioramento nell’ascolto, ma un vero e proprio strumento creativo per gli artisti, che usano la spazializzazione già in fase di scrittura.
Lo Spatial Audio è però recentemente uscito dal circuito musicale per entrare nel mondo della comunicazione parlata: Clubhouse, il Social Media della parola e del racconto, ha aggiunto questa funzione per rendere più reale e immersive la presenza e le voci degli ospiti nelle stanze. Potremo quindi sentire i vari partecipanti muoversi, cambiare il tono di voce, e gli animatori delle stanze a carattere musicale potranno dar vita a performance o jam session live. Nello “spazio” le varie voci (o fonti sonore) vengono distribuite digitalmente e l’ascoltatore avrà la sensazione che ciò che sta ascoltando provenga realmente da una specifica posizione all’interno della room.
A quanto fanno sapere da Clubhouse, basterà dotarsi di cuffie e attendere, per gli utenti non iOS, la disponibilità anche su Android (a breve). Addio anche alla “Zoom Fatigue”?!