Solo poche settimane fa dicevamo “Bello, potessi lavorare finalmente un po’ da casa”, mentre oggi pensiamo “Uffa, quando finirà?!”. Ecco tutti i consigli della Dottoressa Paola Pugina, non solo sul come fare, ma anche sul come prendere le misure con lo Smart Working “necessario”.
Infatti, c’è differenza tra scegliere di lavorare da casa e trovarsi dall’oggi al domani a doverlo fare e, anche se tutti coloro che lavorano in questo settore sanno cos’è un sistema di collaborazione, per alcuni lo Smart Working regolare è una novità assoluta. Alcuni sostengono che questo metodo di lavoro renda di più e anzi, organizzando al meglio il proprio tempo, può diventare un modello virtuoso e replicabile anche terminata l’emergenza Coronavirus. Insomma, se gestito bene fa bene, ma dobbiamo avere delle accortezze per superare, non solo con i giusti mezzi ma anche con il giusto approccio, contraccolpi e difficoltà.
Infatti molti si trovano in casa con i figli o con altri familiari, faticando dunque a ritagliarsi gli spazi necessari, inoltre l’adattamento e la ricerca di una routine produttiva possono risultare frustranti, tuttavia, come consiglia la Dottoressa Pugina, che abbiamo raggiunto (rigorosamente!) al telefono, anzi in videoconferenza: “Dobbiamo essere creativi e inventarci delle cose che possiamo fare e che ci gratificano in questa nuova dimensione, come ad esempio la possibilità di mangiare a casa e avere così un’alimentazione più sana, o concederci un sonnellino se necessario. Bisogna lavorare sull’accettazione, magari anche praticando meditazione e yoga.”
Ma come affrontare al meglio la nuova vita da Smart Worker?
- prepararsi come se si andasse a lavorare;
- allestire la postazione di lavoro, cercando uno spazio dove lavorare indisturbati;
- mantenere le pause e gli orari, anche se si organizzano i tempi in modo più flessibile: è necessario mantenere separate la vita privata e quella lavorativa;
- avere sempre una “to do list” e una pianificazione: il rischio è di non concludere niente e stravolgere le giornate a forza di rimandare;
- non lasciarsi distrarre da interazioni non professionali (TV, Facebook, cellulare, …);
- essere chiari con i propri familiari: stiamo lavorando e non è una vacanza forzata!
Paola Pugina ci ha detto: “Siamo tutti in questa situazione, ci stiamo adattando e questo ci fa sentire uniti, forse più umani. Possiamo anche essere un po’ indulgenti con noi stessi, ma non sul lavorare in pigiama o sul rimandare, perché il rischio stress diventa altissimo, ci ritroviamo alla fine della settimana in ansia perché non abbiamo rispettato le scadenze, e in più siamo chiusi in casa e non facciamo movimento”.
Se state sperimentando lo Smart Working, e avete consigli tecnici, pratici, o anche di metodo, non esitate a condividerli, scriveteci e mandateci le vostre foto a redazione@connessioni.biz, o utilizzando le nostre pagine Facebook e LinkedIn.