Al Pro Light + Sound abbiamo visitato lo stand di altoparlanti SICA, dove fra i dubbi sulla fiera e sulla situazione pandemica, emergono i punti di forza dell’azienda marchigiana che le hanno permesso di reagire: primo fra tutti il Made in Italy, ma anche la capacità di customizzazione dei prodotti e la struttura aziendale.
Al PL+S nella Hall dedicata all’audio che quest’anno abbiamo trovato un po’ priva di grandi nomi, troviamo SICA, tra i pochissimi espositori di altoparlanti presenti. Scambiando qualche chiacchiera con Emanuele Seri, loudspeaker design engineer presso l’azienda marchigiana, il sentimento è quello che possa persino essere l’ultimo anno per la fiera, soprattutto per la mancanza di espositori, più che per quella di visitatori. Certamente la quasi concomitanza dell’ISE a Barcellona a due settimane dalla fiera di Francoforte, non ha reso più semplice la partecipazione, mentre ancora il COVID19 getta qualche ombra sull’affluenza e la facilità di viaggiare.
Nonostante questo, SICA crede ancora nel ProLight + Sound, cui parteciperà fino a che sarà possibile. Infatti è sempre stata occasione per incontrare i clienti europei, con un occhio di riguardo anche al mercato tedesco, uno fra i più importanti per l’azienda italiana. Il trend sembra però essersi spostato più su ISE, soprattutto per l’audio, e proprio in virtù di questa tendenza quest’anno SICA è stato per la prima volta anche a Barcellona. Data l’importanza di fare “sentire” gli impianti, molte aziende SICA compresa hanno organizzato operazioni differenti come workshop e demo, ospitando gli invitati nelle rispettive aziende; alternative più semplici durante la pandemia, ma molto efficaci.
Fra gli altri ostacoli di questo periodo, vale la pena menzionare le difficoltà di approvvigionamento che tutto il mercato sta affrontando, anche vista l’attuale situazione in Ucraina. Emanuele ci spiega con fierezza che grazie a un magazzino importante, SICA è riuscita a fare fronte ai problemi con una certa rapidità e adesso sta aumentando personale e produzione per compensare ai ritardi. Resta l’amarezza del confronto dei tempi di consegna antecedenti a pandemia e guerra – che erano di circa quattro settimane – mentre ora le consegne slittano a fine estate. A ogni modo, nonostante l’incertezza di questi tempi, per l’azienda c’è stato un netto miglioramento negli ultimi sei mesi. A conferma di ciò, il portafoglio di ordini è ricco e vario come non mai. Emanuele è convinto che questo sia da attribuire alle forze dell’azienda: è stata cruciale in questa fase di ripartenza la dimensione di SICA, giusta per essere veloci e agili sia in fase produttiva che di sviluppo, struttura che li contraddistingue da tutti questi anni, anche grazie al principio di non delocalizzare.
Infatti il Made in Italy resta un valore chiave di SICA, che va protetto per mantenere alto il valore del mercato. Questa attenzione e cura che SICA pone nel proprio business sono fruttate per due anni di seguito nel riconoscimento CRIBIS Prime Company per le aziende più affidabili in Italia. Sicuramente un altro punto d’orgoglio è l’enorme capacità di personalizzare e cucire il prodotto su misura per il cliente, tanto che quelli portati in fiera sono solo “un esempio”, perché ogni soluzione è ideata sulle basi delle richieste specifiche. Fra le nuove proposte ci sono due nuovi driver, uno con bobina da 3 pollici, per impianti di grandi dimensioni e array, l’altro invece compatto per soluzioni in cui serve montare più altoparlanti uno vicino all’altro.