Come ha rimarcato Sofia Boer, Marketing Manager, in chiusura di evento davanti a una platea di partner e amici dell’azienda, non è facile spiegare ai nostri parenti il lavoro che facciamo, e una giornata come IDEA può indubbiamente aiutarci a farlo Perché all’evento organizzato da Prase Media Technologies lo scorso 27 ottobre, non si è parlato di tecnologia… o meglio anche di tecnologia, ma soprattutto del suo ruolo nel quotidiano delle persone, di sempre più persone, e di come la tecnologia ci aiuti a raggiungere i nostri obiettivi e a potenziare le nostre idee e azioni
Ma partiamo dall’inizio: IDEA è l’evento autunnale di Prase cui ci siamo velocemente abituati, considerandolo già un appuntamento fisso, dedicato ai clienti, certamente, ma anche agli amici dell’azienda, che offre la possibilità condividere idee (appunto) per il presente e il futuro. La mattina è stata inaugurata da Davide Buonasorte, Rental&Broadcast Sales Manager dell’azienda che, con un racconto sull’apneista Maiorca e la sua inesauribile spinta a superare i limiti, ha dato voce a quella meraviglia che viviamo quando facciamo esperienza di qualcosa di magico – riguadagnare la superficie dopo una lunga apnea – tracciando così un ideale parallelo con le esperienze straordinarie che la tecnologia oggi rende possibili.
Ha così introdotto Nicholas Boscarello, free lance del settore esport, un mercato da 540 milioni di dollari nel 2022, basato sulle tecnologie e capace non solo di creare nuove professioni – giornalisti e commentatori, sale specializzate ecc. – ma di generare una community di appassionati sempre più numerosa. Nel 2022 un evento di Twitch ha registrato 2,78 milioni di spettatori… tanto da impensierire lo sport televisivo.
L’aspetto spettacolare degli esport ha caratterizzato anche l’intervento di Christian Biondani, regista televisivo, come ha detto lui stesso molto più abituato a stare dietro le quinte che a fare speech: l’esempio dell’Eurovision Song Contest che lo ha visto in prima linea, gli è servito per raccontarci la relazione tra arte-tecnologia-tempo in grandi eventi. Grazie al time code (e a soluzioni ad hoc che gestiscano le automazioni) è possibile determinare timing e movimenti di luce, effetti, suoni, movimentazioni di palco ecc. Secondo Christian il time code è una filosofia di vita: per alzare l’asticella, per sostenere la creatività… ma anche per dormire sonni tranquilli.
Patrizia Stella de Masi, lighting designer e Presidente di AILD, ci ha parlato del suo lighting masterplan per l’antico villaggio di Al-Basta, in Arabia Saudita, uno dei principali siti storici del Paese: il mix tra un puntuale studio della cultura islamica e l’osservazione – pietra per pietra come ci ha riferito – dell’ambiente hanno dato vita a un progetto che ricostruisce con mezzi contemporanei le suggestioni e le emozioni luminose del passato.
Di emozioni, in questo caso risvegliate da ambientazioni sonore, ci ha racontato anche Giulia Silvestri, sound designer, e in particolare del rapporto tra emozione, suono e cervello, e anche di come possa essere utilizzato a livello professionale. Il livello di coinvolgimento di un’ambientazione sonora immersiva e multicanale può infatti trovare applicazione nel product placement, come ha evidenziato una ricerca del Politecnico di Milano: le persone in presenza di stimoli sonori immersivi sono più coinvolte, più attente di quelle, nello stesso ambiente, che non vi erano sottoposte. Il suono, ha concluso Giulia, determina sicuramente le nostre emozioni, ma probabilmente anche le nostre scelte.
Jacopo Di Crescenzo di Aelion Project, ci ha accompagnato in un tuffo nel mondo del mapping con finalità marketing, senza dimenticare la creatività e l’arte, concludendo con la frase incoraggiante “prima avevamo grandi idee e non le tecnologie, ora le tecnologie ci sono”.
Ultimo, ma non ultimo, Bruno de Rivo di e45, architetto specializzato nella progettazione di spazi di lavoro, ha inaugurato il suo speech citando la stella del basket Michael Jordan, il quale in una intervista ha riferito di aver sbagliato tantissime volte ma proprio per questo ha avuto tanto successo. Tornando a noi, Riva ci ha portato l’esempio del progetto per Google di Zurigo, nel quale le valutazioni di effettiva usabilità degli spazi non erano state centrate: risultato, i luoghi designati per determinati usi non venivano utilizzati, a favore di altri usati in maniera “impropria”. Voltando pagina, arriviamo a un progetto più recente per Spotify: proprio l’aver fatto sedere tutti le persone coinvolte intorno al tavolo della progettazione, dai referenti dell’azienda ai collaboratori esterni, dagli installatori fino all’imbianchino, ha permesso di creare spazi che rispondono alle esigenze di chi li utilizza, dall’inclusività alla teoria della neurodiversità fino all’acustica. E la migliore “riprova” di un buon progetto è proprio che gli spazi vengano utilizzati per quello per cui sono stati pensati.
Conclusa questa mattinata di spunti e IDEE, siamo riemersi anche noi tutti come Maiorca e, grazie alla proverbiale ospitalità di Prase, abbiamo passato una gradevole pausa pranzo; che poi reale pausa non è stata, perché i momenti di networking sono spesso importanti quanto quelli dichiaratamente lavorativi.
Nel pomeriggio gli ospiti sono stati accompagnati, divisi in gruppi date le numerose presenze (tanto che quest’anno l’evento è stato replicato “in differita” il giorno successivo) nelle molte sale di dimensioni grandi o piccole dell’azienda, trasformate in altrettanti esempi di applicazioni delle tecnologie integrate nei più vari contesti, dal Retail alle Control Room, dal locale alla Sala conferenza, piccola o grande, al museo. Guidati dai product specialisti di Prase e dai molti ospiti dei marchi distribuiti dall’azienda, abbiamo non solo visto – o rivisto – le ultime novità ma anche osservato le loro applicazioni. In particolare molto interesse ha suscitato la presentazione di Q-Sys, novità distribuita da Prase Media Technologies da poche settimane, piattaforma audio-video-controllo configurabile costruita su una moderna struttura IT su Cloud.