Nell’era dell’informazione diretta e senza filtro, della comunicazione integrata e sempre presente, quali sono le ragioni che rinnovano il ruolo attivo dei media di settore? Una riflessione che non mira a dare risposte ma a condividere ragioni e punti di vista
Dall’8 al 10 marzo la nostra redazione è stata presente a Didacta, collaborando attivamente al progetto Smartbuilding.edu; ma, come si sa, oltre a essere un’opportunità e una piazza per il business e per la formazione, le fiere sono anche l’occasione per discutere e confrontarsi. Questo è stato il caso e, con un collega, siamo approdati al tema dei temi, cioè alla madre di tutti i temi: il ruolo dell’editoria tecnica oggi, dopo le rivoluzioni del digitale, la circolazione di qualsiasi informazione in via diretta e senza filtro, e gli scossoni della pandemia.
Tema imponente, ma è sempre bene andare dritti al punto: a cosa serve oggi un media di settore, quando le aziende comunicano già così bene (d’accordo forse non tutte, ma molte sì) le novità di prodotto, o legate al proprio marchio? Qual è il valore aggiunto di affidarsi al database di un editore quando l’azienda ha già il proprio, di clienti e di “prospect”, come si dice in gergo? Perché leggere una newsletter di un editore quando i Social Media già riportano tutto di tutti, anticipando anche le notizie ufficiali? Cosa possono fare gli editori, di più e meglio, rispetto all’evento che già l’azienda o l’associazione organizza per i propri clienti e membri associati?
La risposta sta forse nella “logica della agenzia di viaggio”: per ripartire da domande simili, cosa spinge il viaggiatore a scegliere di affidarsi all’agenzia di viaggio, specialmente quando si tratta di trasferte con una logistica complessa, in paesi lontani che non si conoscono, invece che programmare autonomamente? La risposta potrebbe essere che il lavoro dell’agenzia, infatti, dovrebbe essere orientare il viaggiatore verso soluzioni che gli saranno gradite, cioè anche corrette rispetto alle sue aspettative e reali esigenze e in linea con i suoi gusti e le sue preferenze (e passioni!), portargli informazioni utili e non devianti, evitando di farlo incappare in situazioni non chiare e sgradevoli. Quindi il ruolo dell’agenzia sarà certamente quello di prenotare i voli (magari a condizioni cui il singolo non riesce ad accedere), i transfer interni, piuttosto che l’hotel della giusta categoria e alla giusta spesa rispetto al budget a disposizione… ma soprattutto sarà accompagnare il viaggiatore verso la scelta del “suo” tipo viaggio, all inclusive, customizzato, o spartano che sia, che non sarà necessariamente il miglior viaggio, ma quello più giusto per lui.
E cosa porterà il viaggiatore, e cioè il lettore, a seguire i consigli dell’agenzia? Probabilmente il fatto che l’agente sarà in grado di accompagnarlo, di selezionare le informazioni giuste senza fargli perdere tempo, essere a disposizione per un dubbio, una perplessità, ma soprattutto per la sua capacità di leggere il settore, stando sempre un passo avanti e anticipando le scelte del viaggiatore… in una parola, accreditandosi ai suoi occhi e guadagnandosi la sua stima. Quando arriverà la mail dell’agenzia, quindi, il viaggiatore la percepirà non come uno spam ma come un contenuto di valore, e la leggerà, dandole credito.
Troppo ambizioso? Forse sì, ma provarci ci appare anche come l’unica strada possibile.