E’ noto come il calcio – come anche altri sport – sia particolarmente restio al cambiamento: si pensi a quanto tempo è stato necessario per l’introduzione del VAR (Video Assist Referee). Fatto il primo passo, però, gli scenari che si aprono sono moltissimi. Uno studio dettagliato di Acronis mette sul tappeto (o meglio, sul campo) temi molto interessanti.
Che l’intelligenza artificiale (AI) e le tecnologie di machine learning stiano rapidamente trasformando il nostro modo di sperimentare il mondo è un dato di fatto. Ma che anche il mondo del calcio, appena finito sotto i riflettori per via del Mondiale di Russia 2018, possa essere sconvolto, sotto diversi aspetti, dalla tecnologia è una notizia non da poco.
A maggio, la FIFA ha annunciato che ogni squadra del Mondiale avrebbe potuto disporre di due tablet durante le partite: uno per l’analista tattico che osserva la partita dalla tribuna e un altro per la squadra di coaching in panchina. Questi dispositivi offrono a giocatori e allenatori nuove opportunità di raccogliere dati, valutare decisioni e reagire alle interazioni in campo. L’estrazione dei dati consente di analizzare le informazioni derivanti dai giocatori e dagli incontri. Registrazioni video o partite giocate in precedenza completano i dati, con i quali è possibile elaborare programmi di allenamento finalizzati a evitare lesioni, migliorare tempi di recupero o focalizzarsi sui punti deboli dei giocatori. Anche l’impiego delle tecnologie di comunicazione durante il gioco può rivelarsi rivoluzionario. L’allenatore può infatti analizzare dati per elaborare previsioni sempre più precise sullo svolgimento del gioco e decidere meglio quale giocatore sostituire o come migliorare la strategia della squadra. Insomma, l’analisi delle partite in tempo reale e la capacità di condividere, elaborare e analizzare i dati avrà un impatto incisivo sul modo di condurre la partita stessa.
Entra poi in scena il cosiddetto Deep Learning, che cambierà anche il modo in cui si guardano le partite. I sistemi di Deep Learning sono algoritmi che simulano i processi decisionali del cervello umano, processando quantità imponenti di informazioni, i cosiddetti Big Data, provenienti da più fonti e in grado di ampliare la profondità e l’ambito dei dati esaminati. Con questi sistemi i ricercatori dell’Università di Washington, di Facebook e di Google hanno elaborato una soluzione che può acquisire un video di calcio da YouTube e visualizzarlo in tre dimensioni sfruttando dispositivi basati su tecnologie di realtà aumentata o visori 3D. Sebbene non sia ancora pronta, è plausibile che per i Mondiali del 2022 la tecnologia di Deep Learning abbia già cambiato il modo di guardare le partite.
Ma in tutto questo, Acronis cosa c’entra? Semplice: occupandosi di soluzioni per il backup e protezione dati IT, Acronis vedrà il suo lavoro crescere di molto con l’estensione delle tecnologie di cloud e AI. Acronis Active Protection, ad esempio, è la prima tecnologia di backup basata sull’intelligenza artificiale, integrata in una soluzione per rilevare attivamente gli attacchi ransomware e difendere i sistemi. Elaborando dati tramite il cloud AI, Acronis crea modelli di machine learning basati su un elevatissimo numero di processi informatici che mostrano il comportamento di attività sicure e quello di attività sospette. Questi modelli consentono ad Acronis Active Protection di monitorare il sistema in tempo reale e di riconoscere attività potenzialmente dannose che possono segnalare un attacco. Insomma, più tecnologia vuol dire anche più possibilità di attacchi, dunque… una maggiore necessità di erigere difese adeguate. Un po’ come nel calcio!
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