Qual è il giusto approccio alla digitalizzazione delle migliaia di sale presenti sul territorio nazionale ponendo al primo posto l’ergonomia dei Decision Makers? In ottica futura, quali sono i pilastri per la progettazione di Control Room? Con Fabrizio Ponzo, Territory Manager Large Videowall & Control Room di Barco, proviamo a rispondere a queste domande.
Inauguriamo oggi un viaggio che ci accompagnerà per diverse puntate, e attraverso varie tematiche e numerose sfaccettature non solo nel mondo control room, ma in vari ambiti di applicazione tecnologica. Barco, del resto, oltre che un’azienda tra le più note per le tecnologie A/V e di condivisione, è anche un punto di osservazione privilegiato attraverso il quale guardare agli sviluppi tecnologici con cognizione di causa.
Partiamo da un tema molto interessante: la Digital Transformation nelle Control Room. Secondo Fabrizio Ponzo, sta cambiando innanzitutto il paradigma, e l’operatore viene nuovamente posto al centro della control room, tornando ad essere regista del dato e non solo spettatore degli eventi. Il miglioramento dell’ergonomia della postazione di lavoro diventa quindi un argomento prioritario per garantire un ambiente inclusivo ed integrato, nonché realizzato a misura d’uomo. Insomma, una postazione di lavoro ergonomica ed efficiente, priva di elementi di disturbo, connessa ed integrata nel network aziendale, dove il comando e controllo di qualsiasi fonte e/o dato sensibile venga reso possibile da qualsiasi punto della sala controllo abilita il processo di trasformazione digitale, dando forma ad un nuovo termine: il personal videowall. Nuove postazioni operatore dotate di display in alta risoluzione, dove sia possibile visualizzare tramite semplici iterazioni un numero pressoché illimitato di flussi streaming IP, pagine grafiche, live dashboard, pagine HMI di impianto, immagini da TVCC/VMS, breaking news da diverse fonti, e ancora molteplici server virtuali, sessioni di remote desktop, schemi di impianto, manuali… e chi più ne ha più ne metta!
Il tutto, sfruttando una user experience innovativa, priva di elementi superflui, con un unico mouse/tastiera, dove l’unica connettività richiesta sia quella ethernet verso il network aziendale. Un sogno? “No”, risponde Fabrizio Ponzo, “parliamo di tecnologia esistente, di un nuovo concetto di workplace digitale, integrabile in modo trasversale in qualsiasi control room, che permette di attivare una trasformazione digitale, graduale e costante, in tutti quegli ambienti mission critical dove è necessario integrare un background di dati ed applicativi, consolidato e diversificato, all’interno di un’unica piattaforma di comando e controllo.” Le sale controllo sono dunque in costante evoluzione, grazie alla tecnologia, anche se l’aspetto umano è sempre da tenere in grande considerazione. Gli operatori devono essere in grado di gestire il sovraccarico di informazioni e comunicare rapidamente con le parti interessate, interne o esterne all’azienda. “Progettare bene” sintetizza Ponzo “significa tenere in considerazione l’aspetto umano, riducendo i punti di stress a favore di una ergonomia di lavoro e di un decision making puntuale ed efficiente.”
Quali, dunque, i punti da favorire? Presto detto: anzitutto, serve un unico punto di controllo per dati e sorgenti anche disomogenee tra loro; poi, occorre l’integrazione completa con sistemi legacy e con il background storico della control room, nonché il pieno controllo remoto per tutte le fonti visualizzate ed un design della postazione operatore più moderno e pulito, privo di elementi di disordine e di distrazione. Altri elementi importanti sono la riduzione del rumore e del calore, che può essere ottenuta sfruttando la remotizzazione dei computer/workstation dal desk operatore verso locali tecnici oppure virtualizzando le pdl, e l’integrazione di fonti dati provenienti da network differenti, senza dimenticare un audio multi channel, proveniente da tutte le sorgenti visualizzate, il salvataggio di template e layout personali associabili alle proprie preferenze utente, l’easy disaster recovery (con ridondanza del posto di lavoro) e, per concludere, scalabilità e flessibilità assolute, con tutte le sorgenti disponibili on-the-fly sulla rete, pronte per essere acquisite da una nuova postazione di lavoro.