Lo scorso maggio K-array, lo storico costruttore dei sistemi audio, ha lanciato il marchio KGEAR*, una linea di prodotti nati dall’esperienza trentennale dell’azienda toscana nella diffusione di qualità ma con un design più essenziale e fatti per incontrare un più ampio pubblico. Necessità di allargare il mercato? Di completare il catalogo? Di andare incontro a clienti con profili differenti? Ne abbiamo parlato con Lorenzo De Poi, Global Sales Manager di KGEAR e Andrea Torelli, Global Marketing & Communications Director di K-array.
Una valanga di novità che abbiamo imparato a conoscere e riconoscere per la vocazione alla ricerca estetica legata a quella per la resa sonora: il lancio del nuovo marchio KGEAR (e di KSCAPE* come vedremo) porta l’azienda in nuovi mercati, utilizzando nuovi approcci. Tutte novità che l’azienda meditava da tempo.
LDP – KGEAR nasce ancora prima del mio arrivo in K-array nell’autunno del 2019: un’idea alla quale Alessandro Tatini e Massimo Ferrati (co-fondatori di K-array, ndr) stavano lavorando da tempo, all’inizio come complemento al catalogo per poi diventare un marchio a sé.
AT – L’idea è semplice: abbiamo preso ispirazione e sfruttato il bagaglio tecnico sviluppato in 30 anni di ricerca sulla qualità e sulla miniaturizzazione dei prodotti, cercando di mantenere le funzionalità essenziali e alleggerendo i progetti di quello che di più estremo esiste nei prodotti K-array. Abbiamo ottenuto così una linea con design e assortimento più agili, pensata per incontrare un pubblico più ampio.
C – Quali valutazioni strategiche hanno guidato la creazione della nuova linea?
AT – Inizialmente pensavamo a un prodotto complementare, che ci permettesse di estendere l’offerta in ogni parte di un progetto, inclusi ambienti dove l’impianto audio non ha una funzione centrale (corridoi, bagni, sale di attesa, ecc.), per i quali spesso il progettista è costretto all’utilizzo di marchi meno sofisticati, più attenti invece al fattore prezzo. Inoltre, puntiamo ad accogliere i clienti che si sono sempre dimostrati interessati alle soluzioni di K-array, ma che non necessitano di performance estreme (e sono la maggior parte!) e non devono soddisfare esigenze estetiche troppo particolari o personalizzazioni spinte. Ovviamente, tutto questo ha una influenza anche nel prezzo al pubblico.
LDP – Abbiamo voluto mantenere quelli che sono da sempre i pilastri fondanti della nostra filosofia: design pulito e minimalista, qualità del suono, attenzione al Made in Italy, mantenendo però un focus verso una fascia di mercato diversa.
C – Le finalità sono chiare, ma non c’è il rischio di togliere visibilità e mercato a K-array?
AT – Naturalmente dovremo fare molta attenzione alla comunicazione e alla distribuzione. La distanza tra i due marchi deve mantenersi sempre ben marcata. Ecco perché, con l’imminente lancio dei nuovi prodotti K-array, ci spingeremo oltre, innalzando performance, caratteristiche e funzionalità. Insomma, K-array deve essere sempre più un prodotto fuoriclasse!
LDP – Il nostro lavoro sarà evidenziare le differenze, senza dimenticare che KGEAR non si può considerare un “primo prezzo”: si tratta comunque di un Made in Italy proveniente da una lunga esperienza nel settore.
C – È cambiato anche il modello distributivo?
LDP – A tutti i nostri distributori è stato proposto il nuovo marchio e a livello internazionale gli accordi sono in via di definizione. Tuttavia, per l’Italia ci siamo affidati a Ligra DS per la distribuzione di KGEAR nei mercati Install e Corporate e a Frenexport SpA nei mercati Rental e Strumenti Musicali, mentre la linea K-array continuerà a essere distribuita dal nostro storico partner Exhibo.
C– KGEAR è pensata anche per incrementare il lavoro con service e piccoli installatori?
AT – Chi ci segue sa che abbiamo calcato tanti palcoscenici prestigiosi negli ultimi anni, anche se il mercato più performante è sicuramente quello delle installazioni e, vista la situazione in cui ci troviamo oggi, devo dire per fortuna! Chi installa e progetta ha saputo riconoscere ancor di più la ricerca per la miniaturizzazione e i materiali, sebbene questi siano da sempre i nostri tratti distintivi anche nei prodotti per il live, dove conosciamo bene gli oneri di trasporto e movimentazione di dispositivi pesanti e ingombranti, tra personale, mezzi e carburante.
Tracciando un bilancio, la nostra comunicazione di recente è andata più incontro alla naturale richiesta del mercato, imparando a parlare al mondo degli architetti attraverso un linguaggio per noi del tutto nuovo, ma è tempo di riappropriarci anche di un sano dialogo con il mondo Rental, visto che ci sentiamo di avere tanto da offrire loro. In tal senso, KGEAR potrebbe essere un marchio inclusivo, che risponde a necessità diverse, in grado effettivamente di avvicinare piccoli service che si occupano di eventi, ma anche di installazioni in bar, locali ecc., che oggi possono trovare con noi il prodotto giusto.
C – Lorenzo puoi farci una panoramica di KGEAR?
LDP – Il marchio include una linea High Performance per le applicazioni live che presenta sistemi in versione attiva o passiva composti da subwoofer in abbinamento a uno o più satelliti a colonna o point source, pensati per applicazioni in ambienti di medie e grandi dimensioni. Installed Sound è invece composta da modelli a colonna line array o elementi point source, con amplificazione diretta oppure su linee da 70/100 V. Le elettroniche dei prodotti più performanti, sia per i prodotti a rack sia per quelli integrati all’interno delle casse attive, montano amplificatori ad alta potenza, da quattro canali con o senza DSP, sviluppati insieme a Powersoft, mentre le soluzioni a bassa potenza sono sviluppate dal reparto R&D interno a K-array.
Il design è minimale come nella nostra tradizione, le opzioni di colore saranno solo bianco o nero. Oltre all’acciaio, di cui abbiamo sempre fatto largo uso per i nostri satelliti, utilizziamo anche materiali plastici. Non è stato facile presentarli perché durante il periodo Covid è stato, ed è ancora, molto difficile disporre di approvvigionamenti regolari di materiale, quindi siamo particolarmente soddisfatti del risultato. Al momento stiamo lavorando a soluzioni da incasso che lanceremo a fine estate, ma ci sono già molte altre idee in cantiere.
C – Oltre al lancio di KGEAR ci sono state altre novità, come KSCAPE …
AT – KSCAPE si prefigge di unire più aspetti sensoriali in un unico prodotto. Siamo partiti ovviamente dal nostro principale know-how, il suono, e l’abbiamo abbinato alla luce. Qualche tempo fa è nato quindi RAIL, il primo prodotto KSCAPE, che permette di avere diffusione omogenea e lineare di musica e luce, occupando lo stesso spazio tecnico a soffitto. Un brand e un canale specifici, dedicati al mondo delle installazioni architetturali, di cui si sta occupando il nostro collega Tom Riby. In Italia la distribuzione è affidata a Zalight.
C – … E anche un avvicendamento nel management.
AT – Stefano Zaccaria, Vice President per il Marketing e le Vendite, ha terminato il suo incarico in primavera: lo ringraziamo per il contributo fondamentale nella costruzione del marchio e per le strategie che ci hanno permesso di collocare K-array nel mondo dell’architettura e del design di alto profilo. Da settembre, potrebbero entrare nel team due nuove figure con un incarico un po’ diverso. Non vediamo l’ora di dare loro ufficialmente il benvenuto: non mancheranno gli argomenti per una nuova intervista!
*KGEAR e KSCAPE sono marchi registrati