Alcuni ci hanno detto che il rinvio era inevitabile e immaginabile, ma dobbiamo ammettere che a noi il comunicato stampa del rinvio, arrivato in redazione martedì scorso a fine pomeriggio, è risultato inaspettato.
L’organizzazione ha motivato il cambiamento con la necessità di andare incontro alle richieste del mercato, di dare il tempo di uscire dalla confusione data dall’aumento dei contagi, e rivalutare viaggi e meeting internazionali. Non che mancassero i presupposti del rinvio: le aziende che, seppur nella lista dei confermati, si dicevano ancora incerte o in fase di decisione finale, erano diverse.
Quanti visitatori avrebbero realmente preso il volo per Barcellona, nel clima sanitario attuale? Non c’era il rischio di rimanere bloccati in una quarantena spagnola, alla fine del soggiorno, con tutte le problematiche lavorative, ma anche personali e familiari, che questo comporterebbe? Non si rischiava di affrontare una grossa spesa a fronte di molte insicurezze, e di distrarre energie e persone dedicate alla preparazione della manifestazione, rispetto ad altre attività che magari avrebbero potuto rivelarsi più proficue sul lungo periodo? Diverse le critiche anche a una organizzazione che voleva andare avanti “a ogni costo”, nonostante una situazione difficile.
A molti infatti la comunicazione ha fatto tirare un respiro di sollievo, permettendo di rimandare tutte le decisioni del caso a un momento che si spera più tranquillo e chiaro. Nondimeno, in molti si sono lamentati, anche sui social, di un rinvio così vicino alla manifestazione, che comporterà varie spese aggiuntive: voli che non si possono spostare e da riacquistare, trasporti di materiale già prenotati, penali per il rinvio della costruzione di stand, ecc.
Ma come sarò questo ISE di maggio? Al momento di certo c’è solo che in valigia metteremo gli occhiali da sole invece dei consueti guanti e sciarpe.