Non poteva mancare una società che, nata nel 2005 per diffondere la cultura dell’innovazione digitale e dare supporto nello sviluppo di idee e startup, a Didacta è esattamente nel suo humus
La H nel nome dell’azienda, H-Farm, sta per “Human”: l’essere umano e le sue potenzialità sono infatti al centro della riflessione di questa società nata nel 2005 per cogliere le migliori opportunità della trasformazione digitale. Fanno capo a H-Farm tre istituti scolastici, che coprono tutte le fasce d’età, dall’asilo alle scuole elementari, dalle medie alle superiori. I bambini, infatti, ispirano nuovi modi di esprimere la creatività; gli studenti vogliono sviluppare al meglio i loro talenti, mentre i professionisti, gli startupper e le imprese puntano a costruire futuro. In questa “fattoria”, dunque, c’è spazio per tutte le idee e tutte le proposte, purché declinate con semplicità, curiosità, etica, ambizione ed entusiasmo, nell’ottica di una missione che punta a diffondere la cultura dell’innovazione digitale e creare singole startup o conglomerati di startup con impatto sociale.
A Didacta 2024 abbiamo parlato con Mauro Bordignon, Head of Academics di H-Farm, che è andato subito al nocciolo della questione: “H-Farm” – ci ha detto – “nasce come incubatore di startup, ma anche con lidea di costruire una scuola in cui si insegnino competenze trasversali, le cosiddette human skills. Noi proponiamo un percorso che va dai tre anni in su, e abbiamo lezioni dedicate allo sviluppo delle human skills un po’ a tutte le età. Non è bene cercare di insegnare queste competenze, la cui importanza è riconosciuta, con due sole settimane di stage. Meglio inserirle direttamente nell’offerta formativa della scuola, dall’asilo alle superiori.”
C – Come siete strutturati a livello di istituti scolastici?
MB – Abbiamo tre scuole: quelle di Venezia e Vicenza sono scuole straniere in Italia, la terza si trova vicino a Bassano ed è una paritaria, con elementari e medie.
C – Vi si svolgono programmi innovativi e differenti rispetto alla scuola pubblica?
MB – Diciamo che diamo più spazio all’apprendimento delle human skills, alla scoperta dei propri talenti e al confronto con l’emotività, nell’ambito di programmi comunque comuni e condivisi. Un punto di merito è che abbiamo introdotto il sistema Cambridge: i nostri allievi fanno matematica in inglese, secondo la modalità Cambridge, appunto. In questo modo, riscontriamo ottimi risultati alle periodiche prove Invalsi, con una media di 90, decisamente più alta della media italiana.
C – Perché siete qui a Didacta? Qual è il vostro obiettivo?
MB – Siamo qui per raccontare il nostro approccio e per illustrare il programma di workshop che abbiamo pensato e proponiamo ai docenti, per farli entrare in contatti con i nostri metodi. I visitatori si sono mostrati notevolmente ricettivi, anche i genitori, non solo gli addetti ai lavori. I ragazzi sono cambiati, vivono in un sistema di intercomunicazioni che non è quello del passato. Occorre prenderne atto e agire di conseguenza, anche e soprattutto a livello scolastico.