La Design Week di Sony, quest’anno, ha proposto ai visitatori una affascinante panoramica su robotica e intelligenza artificiale, non solo dal punto di vista tecnologico ma anche applicativo e quotidiano.
Un vero e proprio “sguardo sul futuro”: così potremmo definire “Affinity in Autonomy”, la proposta Sony per il Fuorisalone 2019. Allestita come sempre nello Spazio Zegna di via Savona, nel cuore di uno dei quartieri milanesi maggiormente votati alla ricerca di design, l’esposizione immagina un mondo in cui l’Intelligenza e la tecnologia siano sempre più integrate nella nostra vita quotidiana e si spinge a ipotizzare come potrebbe dipanarsi il rapporto tra robot ed esseri umani.
Del resto, a partire dal lancio del primo Entertainment Robot, “AIBO”, nel 1999, Sony ha continuato ad approfondire la conoscenza e la comprensione di quei campi cpmplessi che sono l’Intelligenza Artificiale e la Robotica, che riguardano non soltanto la tecnologia in sé, ma anche l’impatto sui sensi, la relazione e il comportamento dei robot nei confronti degli esseri umani.
I visitatori attraversano diverse “zone” sensoriali alla scoperta di cinque tipi di interazione tra esseri umani e robot:
1. Awakening: la prima zona è in un certo senso “preparatoria”, ed è dedicata all’intensificazione graduale della consapevolezza sensoriale, necessaria per misurarsi poi con un nuovo tipo di intelligenza. Appositi sensori, in un corridoio oscuro, proiettano immagini sulla parete a seconda dei movimenti del visitatore, animando letteralmente lo spazio attraverso luci e suoni, e fungendo altresì da guida verso un futuro in cui viene rivelato come gli esseri umani interagiranno con i robot in modi inaspettati e imprevedibili.
2. Autonomous: il secondo ambiente esplora l’indipendenza e la reazione spontanea dei robot attraverso un braccio meccanico: gli ospiti vengono rilevati autonomamente dal braccio nel momento in cui entrano, e il braccio stesso segue i movimenti dei visitatori, adeguandosi ad essi… e facendoli adeguare al rapporto con una “creatura macchinica”!
3. Accordance: si passa dunque ad una fascinosa zona abitata da “sfere”, ognuna con una propria “personalità”. Le sfere interagiscono, cooperano e agiscono in armonia tra di loro, con movimenti imprevedibili in grado di dare vita a vere e proprie “comunità”.
4. Affiliation: attraverso l’interazione continua con gli esseri umani, i robot evolveranno sia dal punto di vista intellettuale sia da quello emotivo, e quest’area è pensata proprio per farne fare esperienza ai visitatori, attraverso dei “cuccioli robotici” che reagiscono in modo appropriato a carezze, ordini e interazioni.
5. Association: nei prossimi anni, i robot avranno un ruolo essenziale nelle nostre vite, nella società e nelle infrastrutture. L’ultima parte del percorso di “Affinity in Autonomy” chiede ai visitatori di esprimersi, a loro volta, sul futuro, e sulla plausibilità, di questa “affinità in autonomia” con i robot.
Yutaka Hasegawa, Capo del Creative Center Sony, ha così commentato l’installazione: “Affinity in Autonomy mostra l’evoluzione della relazione tra esseri umani e tecnologia: uno sguardo su come potrà essere il futuro dell’Intelligenza Artificiale applicato alla Robotica, alla scoperta dell’intelligenza e delle emozioni dei robot.”
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