Si è tenuto presso lo spazio Phyd di Milano e in modalità mista (per la prima volta dopo la pandemia), il Forum Audio Video Controllo 2022. L’evento organizzato da SIEC – Systems Integration Experience Community è stato dedicato quest’anno a mappare le linee di evoluzione delle piattaforme di videoconferenza.
Nella tavola rotonda, moderata dalla giornalista e divulgatrice indipendente Nicoletta Boldrini, sono intervenuti rappresentanti di Cisco, Google, Jabra, Lenovo, Logitech, Microsoft, Poly e Zoom. Molti i temi, trattati attraverso una pluralità di vedute, sia in campo hardware che in campo software, dalle nuove modalità di lavoro ibrido agli aspetti legati alla sicurezza, dalle nuove esigenze in termini di collaboration e communication, ai nuovi modelli di business e alle sfide per il futuro.
Lo stato dell’arte delle tecnologie già esistenti sembra essere promettente, e impone il problema della facilità di utilizzo. L’impressione generale è che il portafoglio dell’offerta sia molto vasto (e anzi, che talvolta il mercato rischi di essere persino saturo), ma che ci sia molto spazio per implementare sia l’easy-to-use che, soprattutto, l’easy-to-manage. In questo senso, come dice Francesco Pedroni – Sales Specialist per il mercato Enterprise di Google Cloud Workspace – è importante fare tesoro dell’esperienza degli utenti, siano essi business o consumer. Sono loro che spesso ci dicono come utilizzare gli strumenti, basta riportare queste esperienze nel mondo del business rispettando i requisiti necessari di sicurezza e stabilità (oltreché, in alcuni casi, di semplificazione e di immediatezza). Oltre a questo, c’è tutto il mondo dell’AI, che ora è talmente ampio che rende l’accesso al sapere aziendale molto più facile rispetto al passato.
Accessibilità è un termine chiave anche nella discussione sul cosiddetto hybrid work. Cosa è rimasto di buono da ciò che abbiamo imparato durante la pandemia? Uscendo dalle implicazioni “sindacali” dovrebbe essere una opportunità di ottimizzazione delle risorse e degli spazi fisici, anche sotto la spinta della sostenibilità (ad esempio, l’energia deve essere convogliata sulle reti). Come dice Enza Truzzolillo, Large Enterprise Country Lead di Lenovo Italia, servono piani a lungo termine nella direzione della smart collaboration, che permettano una maggiore trasparenza, una migliore implementazione con workflow e strumentazioni aziendali, e una flessibilità di condivisione facile in un contesto sicuro. Senza dimenticare il benessere: i dati del Politecnico di Milano ci parlano di un diffuso tecnostress, derivante da un uso inappropriato della tecnologia e da una cultura manageriale spesso ancora troppo legata a strumenti quali quelli del time sheet. Benessere e sostenibilità sono alla base delle strategie di tante aziende, e l’Italia in questo sembra essere è particolarmente attenta.
Si parla poi di Security, uno dei temi più sentiti sia dai produttori che dai consumatori finali. Come dice Calogero Valenza, Major Account Manager Large Enterprise di Jabra, la sicurezza informatica deve essere rispettata sia sul lato software che sul lato hardware, anche da periferiche passive. Oltre alla certificazione SOC 2, ad esempio, le videocamere devono essere protette da sistemi di edge computing: le immagini vengono elaborate da un dispositivo e restano all’interno dello stesso, non sono oggetto di data bridge o di attacco di hacker. Significativa è anche la costituzione di due Cloud Region Google in Italia, per monitorare i dati cloud. È altresì importante la riflessione proposta da Tamara Zancan (SR product marketing manager modern work di Microsoft), secondo la quale per far fronte alle tecnologie AI sempre più pervasive si amplierà la barriera dello spazio fisico, ma questo non ci deve far paura: l’etica dipende sempre dalle persone, mai dalle tecnologie.
Se l’intento è mappare le tendenze evolutive delle tecnologie, infine, un occhio non può non cadere sulle forme di Extended Reality (VR, AR, MR), ma anche sulle opportunità offerte dal metaverso e dagli ologrammi, sia in termini di inclusività che di efficienza e produttività. Se le applicazioni di queste tecnologie possono essere ampie (dal design thinking, ai campi dell’education e dell’healthcare, ecc.), è anche vero che, come nota Michele Dalmazzoni, Director Collaboration South Europe di Cisco, non dobbiamo pensare tanto alle tecnologie del futuro: il futuro è già qui, basta distribuirlo, creando una cultura digitale capace di dare spazio e implementare, e magari rendere interoperabili, i singoli prodotti.
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