TIG, la società che distribuisce in Europa il marchio Crestron, si attrezza, anche filosoficamente, per ampliare la sua presenza in Europa e far fronte al periodo veramente unico che stiamo vivendo. Delle nuove strategie, studiate in precedenza e perfezionate di pari passo con le nuove necessità del mondo del lavoro, ne abbiamo parlato con Paolo Visintini, UC Sales Director Europe Crestron, e con Paolo Bravin, salito “a bordo” lo scorso aprile con l’incarico di Business Development Manager Crestron presso TIG in Italia.
In esclusiva per i lettori di Connessioni, ecco una bella “Intervista doppia” su operato e obiettivi di TIG a corto e lungo raggio, con un occhio speciale al mondo della Unified Communication. TIG – Technological Innovations Group – fondata per proporre soluzioni integrate e Smart Spaces, rappresenta un ventaglio di marchi che perfettamente si integrano tra loro, e di cui Crestron è la capofila: Oblong, Black Nova, G Gude e molti altri. Infatti nella parole di Paolo Visintini, il Covid-19 non è solo una “iattura” per l’economia mondiale ma anche una possibilità: “Le aziende – ci ha detto – trovandosi di fronte a questa emergenza si stanno rendendo conto che molti costi possono essere tagliati grazie alla UC (viaggi, riunioni ecc.), senza che si vada a detrimento della produttività. Questa fase, con la necessità di mantenere la social distance, va presa anche come un’opportunità per ripensare certe cose a livello tecnologioco e comportamentale.”
Connessioni – Dalla vostra prospettiva “sul campo”: è vero che, per via del covid-19, è un settore in grande sviluppo?”
PV – Molte aziende stanno effettivamente investendo in tecnologia UC, anche se più all’estero che in Italia: occorre pensare spazi aziendali diversi. Le cosiddette huddle room per un po’ di tempo spariranno, le grosse sale riunioni saranno usate in modo completamente diverso, e le postazioni di Smart Working vengono sempre più spesso finanziate dalle aziende stesse. Abbiamo clienti che hanno già comunicato ad alcuni dipendenti con mansioni che si possono svolgere da remoto, che il loro ritorno in azienda non sarà necessario addirittura fino al gennaio 2022 se le cose non miglioreranno. Recentemente è stata presentata una soluzione di UC anche per il mondo residenziale: è possibile, insomma, allestire una Microsoft Teams o una Zoom room a casa propria, molto utile a un manager che debba lavorare da casa. Spero che anche in Italia si consolidi lo Smart Working: oggi non è più necessario avere palazzi interi con molti dipendenti perché il lavoro sia redditizio.
C – Diamo il benvenuto a Paolo Bravin: qual è il suo ruolo in TIG? Quali i suoi progetti per l’immediato futuro?
PB – Svolgerò un’attività mirata sull’utente finale da un lato, e sul partner Crestron dall’altro, per spiegare che le tecnologie che offriamo possono costruire soluzioni che trasformano in positivo la vita aziendale, e non solo. In questo momento la UC è l’esigenza principale, ma tra un anno potrebbe essere diverso: cerco quindi di spiegare al cliente che le nostre soluzioni non sono rigide e definitive, bensì aperte, per incontrare non solo le necessità attuali, determinate dal covid, ma anche gli sviluppi futuri.
C – Dunque si può parlare di una sinergia tra i vostri incarichi?
PB – Le mie attività sono concentrate in Italia, programmate di tre mesi in tre mesi, e focalizzate sull’AV, che è ancora poco compreso e ricercato.
PV – Se gli obiettivi sono comuni con Paolo, si sviluppa in diversi ambiti a seconda di chi è l’utilizzatore: aziende, università, privati… Inoltre, le mie attività sono più di coordinamento e di business development e spaziano su tutto il territorio Europeo.
C – Lo stretto rapporto con il cliente è anche alla base del vostro modello distributivo?
PV – In sostanza sì: abbiamo uffici di presenza sul territorio e di supporto ai partner locali, per questo non lavoriamo con distributori.
PB – Crestron tende a proporre delle soluzioni che vanno oltre il singolo prodotto, mentre la catena di distribuzione funziona bene quando si tratta di fare il cosiddetto box moving. Le soluzioni, viceversa, sono più complesse, quindi sono necessari System Integrator che evolvono a distributori di soluzioni, ma non è un ruolo facile. Qui entriamo in azione noi.
C – Qual è la vostra prima e più importante “sfida”?
PB – L’AV tradizionale si sta trasformando in una soluzione più IT based, funzionale sul lungo periodo: Unified Communication, ma anche Video-over-IP. Si tratta di tecnologie un po’ difficili da masticare per un System Integrator ‘classico’, quindi cerchiamo anche di fare tanta consulenza. Le nostre personali esperienze, di lunga data, nel settore, ci saranno di aiuto.