Nel bel mezzo dell’emergenza Covid Adam Hall, con un colpo di coda degno di nota, ha confermato i suoi piani con nuove assunzioni in importanti ruoli del gruppo. A distanza di qualche mese abbiamo avuto il piacere di intervistare Kati Eismann, nuova Global Marketing Director del Gruppo, entusiasta di mettersi alla prova in questa nuova sfida
“Ho iniziato la mia attività professionale più di vent’anni fa nel mondo della musica sempre come Marketing e A&R Manager (Artists and Repertorire ndr) di band come i Tokio Hotel – ci racconta Kati durante una simpatica ed estiva video call in compagnia anche di Monica Gennarini, Marketing Coordinator di Adam Hall per il Sud Europa. – Dopo dieci anni nel mondo della musica, con etichette come Warner, Universal e Virgin, ho pensato che fosse il momento di mettermi alla prova in mondi diversi: mi sono così dedicata al marketing e alle vendite nei settori della moda e dell’entertainment (nei quali le esperienze nella produzione musicale si sono rivelate utilissime) presso marchi come Eastpak e Endemol. Infine, ho ricoperto il ruolo di Managing Director presso Idols & Brands e Client Service Director presso Mindshare. La sfida in Adam Hall mi stimola molto, è una grande opportunità perché è un gruppo veramente vasto che tratta molti marchi, e questa è una novità per me, non dovermi concentrare su un unico marchio ma portare avanti il marketing di un gruppo così complesso.”
Connessioni – Cosa comporta esattamente il suo ruolo, nel Gruppo Adam Hall?
KE – Sono Responsabile del Global Marketing Team, con un’operatività worldwide. L’obiettivo sarà sviluppare tutti i brand del gruppo, con particolare attenzione all’incidenza di ciascuno nelle varie aree geografiche con cui ci misureremo. I brand principali, LD Systems, Cameo e Gravity, sono cresciuti molto negli ultimi anni, ma il mercato è in continua evoluzione: il mio compito sarà dunque supportare il management del Gruppo nel proporre le sue soluzioni nel mercato d’oggi.
C – Su quali punti si incentra la sua strategia?
KE – Va detto che i piani strategici del marketing sono stati rivisti radicalmente alla luce dell’emergenza covid. I nostri marchi sono in grado di coprire tutte le esigenze nell’ambito di installazioni ed entertainment, dal suono alle luci agli accessori: desideriamo offrire il miglior sviluppo possibile ai prodotti, veramente competitivi, dei nostri brand, ma con attenzione alle richieste del mercato. Al momento, viste le esigenze di distanziamento sociale, stiamo lavorando in particolar modo sui prodotti per Unified Communication e meeting a distanza.
C – La storia di Adam Hall è legata soprattutto agli eventi live, ma questo non è il momento migliore per questo settore.
KE – È vero, molti eventi sono fermi, ma questa pausa ci dà l’opportunità di prepararci al meglio. C’è in atto un grande cambiamento, l’emergenza sanitaria richiede nuove formule come gli eventi da remoto o ibridi, ai quali anche noi abbiamo cercato di dare un contributo con le nostre tavole rotonde su Web, o la presentazione delle novità previste per il PL+S di Francoforte tramite video interattivi.
Il mondo degli eventi live resta fondamentale, perché le persone non possono fare a meno dell’energia e dell’esperienza di un concerto dal vivo: avranno luogo con metodi diversi, e in spazi aperti, e vogliamo farci trovare pronti anche per questo nuovo tipo di evento.
C – Il vostro marketing in questo momento è diversificato per le diverse aree geografiche, viste le differenze nell’incidenza del covid-19?
KE – Attualmente sì: per esempio abbiamo rallentato le operazioni in alcune zone in considerazione all’emergenza che stanno attraversando, pur consapevoli che, ad esempio in Europa, il mercato degli eventi live rappresenta la sesta maggior fonte di guadagno, muovendo diversi miliardi di Euro. In questo momento i prodotti che hanno maggior riscontro nelle vendite sono quelli per la UC e per l’illuminazione, nonché gli accessori esplicitamente progettati per l’igienizzazione; anche in ambito “live”, tra cui le nuove, speciali lampade UV per la disinfezione.
C – In generale, dal vostro punto di vista, quanto ha inciso – e inciderà – la crisi sanitaria sulle strategie di marketing, anche a lungo termine?
KE – Senza dubbio l’impatto è stato profondo ed è stato necessario adeguarsi, cosa non facile per aziende di grandi dimensioni, che “manovrano” più lentamente di altre. Io però, ottimisticamente, penso che questa crisi rappresenti anche una chance per cambiare un po’ di cose in meglio. Le esigenze dettate dall’emergenza hanno spinto i management di molte aziende a guardare oltre, a cercare nuove strade, a rinnovarsi, anche e soprattutto a livello di idee. La vera e unica “ricetta” per uscire dalla crisi, però, sarà a mio avviso la solidarietà tra persone, Stati e Istituzioni. Solo un atteggiamento fortemente solidale ci porterà fuori da questa crisi.