Negli ultimi giorni sono emerse interessanti notizie, alcune di settore, altre che ci riguardano più in generale, dalla vendita della Divisione di Bose Professional al nuovo Codice Appalti, all’appena conclusa edizione 2023 del MIR
BOSE PROFESSIONAL
Ieri un comunicato stampa ha annunciato che Bose Corporation ha venduto la Division Bose Professional a Transom Capital Group, società di private equity che così acquisisce tutto il business di Bose Professional legato alle installazioni e al conferencing.
L’azienda ha anche annunciato un prossimo comunicato della nuova società Bose Professional, nel quale verranno offerti maggiori dettagli, nel frattempo in questo primo comunicato la CEO Lila Snyder spiega:
La vendita a Transom fornirà a Bose Professional l’attenzione aggiuntiva di cui ha bisogno per supportare i clienti dell’audio professionale e per continuare a sviluppare prodotti e tecnologie riconosciute dal settore. Inoltre, consentirà a Bose di concentrarsi maggiormente sul proprio core business: la creazione di esperienze audio straordinarie in movimento, a casa e in auto.
A RIMINI IL MEGLIO DELLE TECNOLOGIE AV PER GLI EVENTI
Dal 2 al 4 aprile si è svolto MIR – Music Inside Rimini – la fiera di IEG dedicata al mercato delle tecnologie audiovisive per gli eventi, e non solo. La manifestazione ha annunciato un + 12% di visitatori rispetto all’edizione 2019, grazie anche alla formula che rinnova l’alleanza con LiveYouPlay, che prevede l’allestimento di palchi che permettono di vedere e provare le tecnologie Audio Video e Luci in azione, conferma la collaborazione con SILB e avvia quella con SIEC, protagonista del convegno “L’impatto delle tecnologie della progettazione degli spazi”, e di un’area demo immersiva. Abbiamo anche noi visitato la fiera, nelle prossime uscite vi proporremo un report e tante interviste ai protagonisti della manifestazione.
IL CODICE APPALTI
Il 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo Codice Appalti, che si applicherà a partire dal 1 luglio a 200 miliardi di gare pubbliche, a esclusione però (almeno in parte) di quelle legate al Pnrr, che fanno capo a un decreto del 2021.
I punti contestati da imprenditori, associazioni di categoria ecc. riguardano in primis la soglia minima di affidamento diretto (Anac, l’Autorità anticorruzione, contesta soglie oltre i 5 milioni di euro per gli appalti senza gara, ovvero il 70-80% degli appalti pubblici); l’obbligo per i comuni non capoluogo ad aggregarsi e qualificarsi per fare le gare; l’appalto integrato – in cui il progettista è anche esecutore, e decide varianti e costi – è possibile per tutte le categorie di appalti e non solo per le grandi opere complesse; viene liberalizzato il subappalto, che darebbe via libera ad aziende “scatole vuote” con conseguente minore possibilità di controllo su contratti, sicurezza, meccanismi di responsabilità ecc.; non ultimo, viene eliminata la riserva destinata a categorie precedentemente supportate, come giovani e imprenditoria femminile.
L’impatto del nuovo Codice riguarderà una “torta” da 200 miliardi all’anno di appalti pubblici tra lavori, forniture e servizi, dai cantieri ferroviari e autostradali alla manutenzione, dagli appalti per scuole e ospedali ai servizi energetici e informatici per la Pubblica amministrazione, e toccherà inevitabilmente anche il nostro settore; coprirà l’ordinario, ma anche lo “straordinario” come il Giubileo a Roma e il Ponte sullo Stretto.