Sulla scia di un focus tematico relativamente inedito per Connessioni, ma sempre più rilevante nel panorama nazionale e internazionale, quello del broadcast e della creazione dei contenuti AV, ecco un’interessante panoramica sul mercato italiano del digital content.
L’integrazione tra tecnologia, canali di trasmissione e contenuti è una realtà nel mondo entertainment. A guidarne la crescita, come sempre, la domanda del mercato. Motivo per cui riteniamo interessante conoscere cosa pensino e come spendano gli italiani in tema di contenuti audio e video per il proprio tempo libero.
L’Osservatorio Digital Content della School of Management del Politecnico di Milano ci dice infatti che gli italiani nel 2023 hanno investito 3,6 miliardi di euro (+5% sul 2022) nel consumo di contenuti digitali di intrattenimento e informazione, prediligendo soprattutto i formati video e audio. Un dato che, in verità, consolida un mercato già “sbocciato” nel periodo pandemico e che, utilmente, razionalizza le vie da seguire per gli operatori del settore.
Come è fatto il mercato dei contenuti multimediali
In generale, il settore più rilevante rimane l’intrattenimento video, che copre circa il 44% della spesa totale (circa 1,6 miliardi di euro) e che cresce anno su anno del 7%. Quanto alle modalità di distribuzione, i modelli Subscription Video On Demand (SVOD) sono oramai responsabili della quasi totalità degli acquisti, mentre quelli Transactional Video On Demand (TVOD) si avviano a un ruolo marginale. Da notare, invece, la nascita di soluzioni ibride e nuovi modelli ASVOD (Ad-supported Subscription Video On Demand).
Cresce anche il tasso di crescita medio dell’audio digitale, sebbene in valore assoluto rappresenti “solo” il 9% del mercato. La musica è indubbiamente il contenuto più maturo, con un modello streaming predominante e consolidato. Ma gli audiolibri si stanno gradualmente ritagliando un ruolo e i podcast si confermano un contenuto vivace, che tuttavia stenta a trovare un modello economicamente sostenibile.
Quanto, infine, al gaming, secondo in valore assoluto di spesa, dopo il sorpasso subito da parte del video, il settore copre il 42% della spesa del consumatore (oltre 1,5 miliardi di euro) e torna a crescere dopo la leggera contrazione del 2022, registrando un +2%. Superata la battuta d’arresto dovuta anche alla crisi dei semiconduttori e grazie alla diffusione di consolle digital only, il comparto consolida ora il proprio valore.