Istruire le Intelligenze artificiali in modo che non siano soggette ai bias di genere? Di questo si occupa la start-up ClearboxAI, premiata recentemente alla Women & Sustainability Fintech Competition: anche nel settore finanziario, spesso ancora tema tabù proprio in ambito delle disparità di genere
In un momento nel quale si parla, e a ragione, dei rischi dell’IA, non mancano anche gli esempi virtuosi, legati alle tematiche ESG (Environmental, Social, Governance). La Women & Sustainability Fintech Competition è una competizione per startup ideata per individuare e premiare le realtà più promettenti in ambito fintech, connotate da team imprenditoriali a prevalenza femminile e da una grande attenzione alle tematiche ESG, con un forte focus sulle aree tecnologiche in più rapida crescita come blockchain, AI, metaverso e cybersecurity.
Promossa da IAG (Italian Angels for Growth) e da Mastercard, le tre start-up selezionate tra le oltre 200 partecipanti sono state premiate durante il Mastercard Innovation Forum lo scorso 14 giugno, il riconoscimento principale se lo è aggiudicato ClearboxAI, la stat-up fondata da Shalini Kurapati, che ha l’obiettivo di supportare le aziende nei loro progetti di IA attraverso la generazione di dati sintetici di alta qualità che permettono di abolire i bias di genere, come etnia e stato sociale, che spesso caratterizzano gli algoritmi dell’IA.
Un fatto marginale?
Non proprio: tra i molti contributi sul tema reperibili in rete, segnaliamo l’intervista con Guido Scorza del Sole 24Ore nel quale si parla per esempio di recruiting aziendale con algoritmi come primo filtro, che riproducono disparità e influiscono sui punteggi assegnati.
Complice la scarsa presenza femminile nel mondo dell’Ict. Uno (dei molti) circoli viziosi che ClearboxAI si propone di sciogliere, perché come dice Shalini Kurapati, “il potere dei dati sintetici consente di costruire sistemi di IA equi e robusti nel settore finanziario per un progresso che sia inclusivo, rispettoso delle leggi e democratico”.