Contro il digital gender gap, un progetto di formazione e inserimento lavorativo che coinvolge
150 donne italiane e straniere: in questa seconda parte del nostro approfondimento su Informatici Senza Frontiere, ripercorriamo le tappe di Progetto ITac@ con la sua project manager Lorenza Pilloni.
In Italia, le donne che ricoprono ruoli di rilievo o di leadership sono ancora poche, troppo poche. L’ultimo Women in Business del Grant Thornton International Business Report dice che, nel 2022, rappresentano il 30%. Un punto percentuale in più rispetto al 2021, ma fanalino di coda delle 30 economie mondiali analizzate. La situazione peggiora tra le donne straniere: secondo l’Osservatorio sulle migrazioni, infatti, nonostante le donne rappresentino il 65% e il loro livello di istruzione sia in media più elevato rispetto a quello degli uomini, queste persone sono spesso ghettizzate in settori quali servizi domestici, di cura e delle imprese di pulizia.
I dati non sono tutto, ma aiutano a quantificare la situazione del lavoro femminile in Italia, e non solo nel mondo della tecnologia. Dall’abbattimento del digital divide, tuttavia, può partire l’inversione di rotta. Ne sono convinti gli operatori dell’associazione Informatici Senza Frontiere (ISF), capofila di Progetto ITac@, realizzato nell’ambito del bando “Futura” del Fondo Repubblica Digitale, in collaborazione con aziende e altre associazioni no profit. “Abbiamo voluto mettere insieme tutte le opportunità che possono servire alle giovani donne per garantirsi una carriera, con attenzione particolare alle migranti e alle seconde generazioni che, se formate e integrate, possono dare al Paese un importante contributo”, racconta Lorenza Pilloni, progettista di Informatici Senza Frontiere e project manager di Progetto ITac@.
Progetto ITac@: dettagli e risultati
Come si svolge, in concreto, l’iniziativa? Grazie alla collaborazione con l’azienda Mygrants, che ha messo a disposizione l’omonimo portale, tutte le iscritte hanno fatto un assessment delle competenze per poi essere inserite nei corsi. ISF e i suoi partner stanno formando 150 donne tra i 18 e i 50 anni, dando loro competenze digitali di base e avanzate, competenze trasversali e formazione sul mercato del lavoro. A fine progetto, le partecipanti faranno un nuovo assessment e potranno entrare in contatto con le tante aziende del portale Pickme, mentre le organizzazioni coinvolte faciliteranno l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
“Al momento hanno già preso il via più della metà dei percorsi previsti – aggiunge Lorenza Pilloni -. Da gennaio comincerà anche il terzo corso di programmazione base. Durante la formazione sono inoltre attivati servizi di supporto come coaching, tutoring continuativo, conciliazione studio/lavoro, baby parking e babysitting. I feedback sono molto positivi: i docenti parlano di ragazze entusiaste e molto motivate, decise a terminare i percorsi”.
Altre iniziative contro il digital divide
L’attività di formazione e sensibilizzazione di ISF continua. Si sta chiudendo il progetto Modena Smart di formazione digitale e accompagnamento alla ricerca attiva e autonoma del lavoro in questo territorio, mentre è in pieno svolgimento Job Skills Recipes progetto europeo che vede ISF accanto a organizzazioni di Grecia e Lettonia per favorire l’inclusione sociale dei gruppi vulnerabili. A breve, inoltre, partirà “Un futuro digitale per il Kajiado Central, Kenya”: un progetto finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese che vedrà ISF impegnata accanto all’associazione no profit kenyota Matrix Algebra CBO nella formazione digitale di giovani ragazze madre, che potranno iniziare lavori di segreteria nelle strutture turistiche tra Kenya e Tanzania.
“Proseguono, parallelamente, i progetti di ISF per il sostegno alle disabilità, la prevenzione dell’odio in rete e del cyberbullismo, la formazione dei docenti sulla programmazione con Scratch e il rilascio del software opensource Open Hospital per la gestione digitale degli ospedali nei Paesi emergenti… Nel mentre si comincia a pensare al Festival Informatici Senza Frontiere 2024!”, conclude Lorenza Pilloni.
Questo articolo fa parte della rubrica realizzata in collaborazione con il Gruppo Italiano dell’AVIXA Women’s Council. Uno dei principali obiettivi del Council è quello di dare visibilità alle donne professioniste del mondo AV in Italia e alle attività dedicate a diversity, equity and inclusion nel settore STEM italiano.