Pensavamo che il Grande Fratello passasse dalle telecamere, dai microfoni, al limite dai droni e satelliti. E invece no: con la fibra ottica e sofisticati algoritmi software è possibile captare e monitorare a distanza eventi di tipologie anche molto diverse.
Il Fiber Sensing, anche chiamata “sensoristica distribuita”, è una tecnologia che consente misurazioni continue – vibrazioni o suoni – in tempo reale su tutta la lunghezza di un cavo in fibra ottica. La fibra diventa un sensore nel quale un segnale ottico rileva ciò che accade lungo il collegamento, con una risoluzione in frequenza, spazio e tempo altissima, non raggiungibile tramite i sensori convenzionali; gli algoritmi interpretano i segnali e restituiscono informazioni su, per esempio, perdite nelle condutture energetiche, problemi su linee ferroviarie e metropolitane, informazioni sul traffico, ma anche su eventi che in questo modo è possibile (almeno in parte) prevenire, come i terremoti.
Proprio questi usi sono al centro del progetto “Meglio” di Open Fiber, operatore di infrastrutture di rete, in collaborazione con Pangea Formazione, Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), INRiM (Istituto Nazionale di Ricerca Metereologica) e Metallurgica Bresciana, per la realizzazione di un sistema innovativo di fiber sensing capace di rilevare i terremoti attraverso la fibra ottica. In questo caso la fibra rileva piccole variazioni che provocano cambiamenti di fase nel segnale luminoso, interpretati dai sistemi di Open Fiber. Il sistema è in fase di sperimentazione, ma risulta già molto interessante.