L’AV che riparte, in una normalità “ibrida”: questo in estrema sintesi il messaggio del keynote di benvenuto ai partecipanti di Infocomm 2020 Connected, dal tono emozionale, ottimistico… e comprensibilmente generalista
Anche il Nord America soffre per la pandemia, un dramma che ha colto impreparati molti paesi, Stati Uniti compresi. Questo si avverte nelle parole di Dave Labuskes, CTS, RCDD, CEO di AVIXA. Il suo saluto alla community virtuale, e a seguire quello di Kate Wik, CMO, Las Vegas Convention and Visitors Authority, vertono principalmente su tematiche motivazionali: valori, ottimismo e fiducia nella possibilità che la tecnologia possa diventare il grimaldello per superare questo momento tanto difficile quanto sfidante. Comprensibili, negli speech di entrambi i manager, la tensione emotiva e la ricerca di una svolta, anche economico/sociale, che potremmo definire “visione”. La nuova normalità è ineluttabile, e il mondo dell’AV ha tutto quello che serve per compiere la transizione e porsi come guida.
Più agganciato al “qui e ora” del mercato AV l’intervento di Sam Taylor, Executive VP and COO Almo Professional A/V. Il veterano del settore spiega il percorso di adattamento al mutevole panorama della distribuzione negli ultimi 33 anni. La sua presentazione contiene una breve storia del mercato Pro AV e dei “Disruptor” che hanno rivoluzionato il corso degli eventi: il 1997 è l’anno dell’accettazione del modello distributivo anche per i grandi marchi, dell’introduzione dei display al plasma e della conversione delle aziende di rivendita in system integrator. Tutti ricordiamo il 2001/02 per l’attacco alle torri gemelle, che ha coinvolto ovviamente non solo l’AV, e per la bolla speculaiva delle DotCom; passiamo al 2008 tristemente ricordato per l’inzio della recessione, sentita specialemtne in Europa, ma anche per lo stablizzarsi e precisarsi del settore AV, che diventa un vero e proprio mercato, parallelamente la convercgneza tra AV e IT cominciano a impensierire gli operatori. Il 2009 è l’anno della trasformazione da analogico a digitale, e il 2012 è l’anno, secondo Taylor, nel quale la distribuzione viene riconoscita anche dai grandi marchi internazionali come fattore chiave. Nel 2015 la convergenza tra AV e IT diviene realtà, e inizia la transizone dai Codec hardwer ai Soft Codec. La carrellata si chiude ovviamente con il 2020 e gli effetti della pandemia anhc esul nostro settore.
Interessante anche la riflessione sui driver del prossimo futuro, con varie new entry legate anche al periodo: insieme a unified communications e collaboration, ci sono lo Smart Working, gaming ed e-sport (un enorme mercato in blocco quasi totale per il Covid, risolevato dalla fruizione da remoto) e, dal lato healhcare, thermal scanner e le tecnologie per la sanificazione degli ambienti. Ultimo, non per importanza, il mondo dei servizi digitali e di manutenzione da remoto offerti ai clienti finali, che ha dimostrato tutta la sua rilevanza nel difficile periodo del lockdown.
“Eroe significa ‘persona che compie azioni coraggiose o nobili virtù’ – e ha ricordato Dave Labuskes, nel suo messaggio -. Tanto coraggio è stato dimostrato, altrettanto dovremmo dimostrarne, trovando un nuovo modo per tornare a vivere senza paura. […] La filiera AV darà spazio al coraggio: pensiamo ad attuare le nostre competenze per stare meglio, per una nuova normalità. Non è solo immaginazione”. Insomma, le intenzioni sono buone, ma servono concretezza e visione strategica per accompagnare oltre la crisi il mondo AV.