Da un media di settore ci si aspetta che parli del mercato nel quale opera, e non fa parte del nostro lavoro (e forse delle nostre competenze) occuparci di politica, salute ecc. Tuttavia – senza voler scomodare ragioni etiche, sociali o politiche, che pure “ci starebbero” – anche Connessioni e i suoi lavoratori vivono nel mondo, e sarebbe impossibile non vedere e riflettere su quanto sta accadendo intorno a noi riguardo al Coronavirus, e provare a dare un commento.
Dal ritorna dall’ISE quanto inizialmente sembrava una “lontana preoccupazione” si è trasformata in concreta realtà, con l’Italia che nel giro di una settima è divenuta uno dei territori con più casi di contagio nel mondo. Dallo scorso “lunedì nero” che ci ha proposto uno scenario apocalittico, col Primo Ministro in diretta dal bunker della Protezione Civile, solo oggi i media hanno cominciato a filtrare le esternazioni di una politica stressata e in confusione, e la politica a esternare in maniera più equilibrata.
I primi effetti del dilagare non solo del Virus ma soprattutto del panico, sono stati molto concreti e visibili a tutti: volendo tralasciare le manifestazioni plateali dei supermercati presi d’assalto, e dell’esaurimento delle scorte di mascherine chirurgiche, tutti noi stiamo sperimentando ritardi e annullamenti. Sta subentrando l’incertezza nella programmazione delle attività dell’immediato e medio periodo, con un generale rallentamento di progetti (e introiti). Partendo dal personale (la riunione con KNX Italia si terrà solo da remoto, molti appuntamenti post ISE sono rimandati o verranno fatti via videoconferenza…), per arrivare alle manifestazioni del mercato (MIRTech, Light&Building, MCE, il Salone del Mobile, ma anche tanti altri corsi e piccoli eventi) rimandati per lo più a data da destinarsi; salendo ancora di livello, non è difficile immaginare una stagione primaverile – e forse estiva – compromesse per tutto quanto è turismo e hospitality.
Senza voler minimizzare la tragedia di chi si trova in quarantena, o dei decessi legati al Virus, vorremmo darvi però anche notizia di chi sta cercando di offrire una visione differente della situazione, raccontandone i dietro le quinte inaspettati. Molte scuole della Lombardia sono state chiuse per una o due settimane per arginare il contagio, ma molti insegnanti non si sono arresi e stanno riorganizzando l’attività didattica su piattaforme online, cercando di dare un segnale di fiducia e possibilità di continuare una vita normale, già pensando al rientro in classe. “Bisogna dare una segnale: la scuola è aperta anche se virtuale. Non dobbiamo essere immersi in questo silenzio plumbeo con un virus che aleggia, ma possiamo continuare a imparare”. Il maestro Massimo Camocardi, della 4a E dell’Istituto Gobetti a Trezzano sul Naviglio (provincia di Milano, zona gialla per l’emergenza Coronavirus) non ci sta a fermare tutto per colpa di un nemico invisibile: le lezioni possono continuare. La sua esperienza e quella di altri insegnanti sono raccontate nell’interessante articolo pubblicato dall’Agenzia Giornalistica AGI.
Sempre cercando di vedere le cose in un modo diverso, divulghiamo anche il comunicato di AdnKronos, che da oggi ha deciso di offrire il libero accesso alla informazione specialistica dedicata al Coronavirus, così da contribuire alla diffusione di un’informazione verificata, e per contrastare le fake news che in questi giorni hanno creato allarmismi.
Con l’augurio che l’emergenza rientri velocemente, ma soprattutto di imparare tutti ad applicare “una diversa visione”, e non solo ai tempi del Virus.